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Scuola

2000 - 2001 (Manifestazione culturale "Beinasco per l’Africa")

Disegno dei bambiniLe esperienze nella scuola si sono ripetute con la manifestazione culturale "BEINASCO PER L’AFRICA", svoltasi nel 2000 e 2001 per i ragazzi delle scuole materne, elementari e medie.
La visita guidata dai missionari della Consolata (padre De Col e suor Dalmazia Colombo) alla mostra "Viaggio nella cultura dei Turkana" ha visto la presenza di 420 ragazzi.
Agli stessi abbiamo chiesto di riflettere sull’incontro che hanno avuto con il missionario attraverso dei disegni oppure dei temi.
I lavori eseguiti (di 200 alunni) sono stati raccolti ed esposti fornendo ai ragazzi un momento formativo di estrema attualità per la nostra società.

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1998 (Iniziativa "I bambini di Beinasco incontrano i popoli del terzo mondo")

Disegno dei bambiniNel 1998 abbiamo proposto, in collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune e della Direzione Didattica di Beinasco, l’iniziativa ai ragazzi delle scuole elementari dal titolo "I bambini di Beinasco incontrano i popoli del terzo mondo", con incontri nelle scuole di Beinasco, Borgaretto e Fornaci e con proiezione di filmati a gruppi di classi.
Gli incontri sono stati guidati dal missionario della Consolata padre De Col.
L’esperienza nelle classi è stata significativa così come il coinvolgimento degli alunni nel dibattito seguito alla proiezione.
Riteniamo che i ragazzi abbiano avuto un momento formativo, di estrema attualità per la nostra società. Agli alunni abbiamo chiesto di riflettere sull’incontro che hanno avuto con il missionario attraverso dei disegni oppure dei temi. I lavori eseguiti (circa 200) sono stati raccolti ed esposti nella sala del consiglio del comune, dove si è svolta la giornata conclusiva della manifestazione.

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1990 (Mostra "No alla Coca si al Cacao")

Disegno dei bambiniIl quinto anno si è installato la mostra dal titolo "No alla Coca si al Cacao", analizzando i problemi che hanno le popolazioni della Colombia e portando un aiuto affinchè si impegnassero a coltivare cacao e mais in luogo della più remunerativa coca.
In tutto il periodo descritto di attività nelle scuole non si può dimenticare l’impegno degli insegnanti, i quali, com’è evidente, hanno avuto una parte fondamentale nell’iniziativa: sia per quanto riguarda l’introduzione al tema e l’aiuto ai bambini nelle attività di produzione, sia per quanto riguarda i momenti meno spiccatamente didattici come la proiezione di audiovisivi e l’accompagnamento per le visite alle varie mostre.
La loro opera ha consentito la realizzazione pratica del progetto.

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1989 (Mostra "Vogliamo Vivere")

Disegno dei bambiniAl di là del consueto "scambio" di conoscenza con gli Indios attraverso la mostra "Vogliamo Vivere", importante è stato il ragionamento e la prospettiva "planetaria" di questo approccio al problema, di cui il mondo sviluppato non può più disinteressarsi.
Appare evidente come la necessità di abbattimento di barriere continentali sia ormai inevitabile, e tale traguardo va perseguito nella cultura dei bambini.

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1988 (Il gioco)

Disegno dei bambiniIl terzo anno ha visto spostarsi l’attenzione nuovamente sull’infanzia, ma su uno specifico argomento che avvicina universalmente i bambini: il gioco.
La scelta è stata centralissima in quanto da un lato il gioco è veicolo di conoscenza e di apprendimento, dall’altro è l’occupazione predominante di quel periodo della vita in cui si recepiscono i valori che restano più radicati nel futuro: legare al gioco il "passaggio" di questi contenuti di universalità e di conoscenza di realtà lontane è appunto ciò che ha messo in pratica la mostra "L’ho fatto per gioco", della LVIA, contenente giochi e giocattoli prodotti da bambini del terzo mondo.
A completamento dell’esperienza, e questa volta come legame concreto e tangibile con i paesi del terzo mondo, i bambini delle scuole hanno a loro volta costruito dei giochi, a fine stagione esposti e venduti al pubblico; il ricavato di tale vendita è servito alla realizzazione di un’opera idrica nel Nord del Kenya.

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1987 (Museo etnografico)

Logo Missionari ConsolataIl secondo anno si è articolato approfondendo il tema generale ancora sulla conoscenza di diverse culture grazie alla visita al Museo etnografico delle Missioni Consolata di Torino: per completezza, è ovvio mostrare la differenza di vita anche delle persone adulte, uscendo dalla sfera ristretta dell’infanzia, per mostrare anche le attività in cui i bambini sono coinvolti marginalmente, ma di cui usufruiscono e subiscono l’influsso.
Più importante e più profonda la diffusione della mostra del Movimento Sviluppo e Pace sulle "disuguaglianze nel mondo". Il discorso è ovviamente più complesso ma esamina in modo chiaro il nodo della questione, che è appunto lo squilibrio di ricchezza, di sfruttamento di risorse, di condizioni di vita.
In chiusura all’esperienza, ancora una volta i bambini in prima persona hanno prodotto disegni sul materiale visto dimostrando di avere, in modo splendido, recepito il messaggio.

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1986 (Mostra di "Mani Tese")

Logo Mani TeseNel 1986 abbiamo iniziato a proporre alle scuole di Beinasco l’iniziativa "Conoscere il Terzo Mondo" che è durata cinque anni.
Il primo anno ha visto la diffusione nelle scuole elementari della Mostra di "Mani Tese", comprendente 400 disegni eseguiti da bambini del terzo mondo illustranti scene tratte dalla vita di villaggio, scene di caccia, momenti scolastici e familiari che rappresentano un’occasione unica di incontro con la cultura, gli usi e i costumi delle popolazioni in via di sviluppo; insieme sono stati proiettati audiovisivi relativi alla vita dei bambini stessi. Quest’azione orientata prevalentemente sulla conoscenza e sull’informazione è chiaramente fondamentale: il disinteresse o il comportamento negativo è spesso motivato dall’ignoranza di realtà che verrebbero altrimenti diversamente affrontate. Anzi, sappiamo benissimo come sia interesse di chi vuol mantenere "tali" certe situazioni il ridurre il più possibile l’informazione sulle situazioni stesse e mantenere l’ignoranza fra coloro i quali potrebbero potenzialmente mutarle.
I bambini sono quindi inizialmente venuti a conoscenza intanto dell’esistenza di propri coetanei, ma che vivono e si esprimono in modi non migliori né peggiori, semplicemente diversi.
Tale conoscenza ha suscitato in modo durevole, riflessione e presa di coscienza della non unicità della propria cultura, quindi i risultati sono stati espressi dai bambini stessi a loro volta attraverso dei disegni, quasi come un ideale "scambio" di idee.

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